Quali sono i pericoli per la salute infantile?

In generale, i virus appartenenti alla famiglia dei coronavirus sono responsabili di circa 1/5 delle polmoniti virali, e la polmonite è tuttora la prima causa diretta di mortalità infantile a livello globale, con circa 800.000 decessi annui tra i bambini di età compresa tra 0 e 5 anni (153.000 tra neonati di età inferiore a un mese), pari a un decesso ogni 39 secondi.

La polmonite è una malattia killer dell’infanzia perché i bambini, insieme agli anziani e ai malati cronici, sono i soggetti più vulnerabili alle infezioni respiratorie acute. A essere a rischio sono soprattutto i neonati e i bambini sotto i 2 anni di età, a causa della fisiologica immaturità del sistema immunitario. I bambini immunodepressi sono esposti a un rischio particolarmente elevato.

Tuttavia, nell’epidemia di COVID-19 in corso si rileva un numero di infezioni tra i bambini e i ragazzi di gran lunga inferiore rispetto a quanto avviene in altri contesti epidemici. L’età media dei contagi nel nostro paese è di 63 anni.


In Italia, si contano tra i bambini 0-9 anni 205 infezioni (tutte con effetti lievi) pari allo 0,6% del totale, mentre nella fascia di età 10-19 anni sono circa 270, pari a 0,8% del totale.

Fino a oggi non risulta alcun ricovero in terapia intensiva di pazienti sotto i 20 anni né è stato registrato alcun decesso nella fascia di età compresa tra 0 e 30 anni.

Per spiegare il fenomeno della resistenza di bambini e giovani all’attacco del coronavirus sono state avanzate diverse possibili ipotesi, fra le quali “l’allenamento” del sistema immunitario dei più piccoli grazie anche alle vaccinazioni.


Non vi sono prove che il virus possa essere trasmesso dalla donna in gravidanza al nascituro o dalla mamma in allattamento al neonato. L’Istituto Superiore di Sanità ha negato che sia mai stata rilevata traccia di proteine virali nel liquido amniotico, nel cordone ombelicale, nel colostro o nel latte materno di una donna infettata dal SARS-CoV-2. 

L’UNICEF raccomanda dunque alle donne in gravidanza o in allattamento che vivono in zone considerate a rischio di applicare le normali misure di igiene raccomandate per l’intera popolazione (lavaggio frequente delle mani con sapone o soluzione alcolica, coprire la bocca durante colpi di tosse o starnuti, ecc.). 
 
Le sole mamme con sintomi influenzali dovrebbero per precauzione utilizzare una mascherina quando sono a stretto contatto con il bambino (anche durante l’allattamento)..


In attesa di ulteriori studi clinici, è importante applicare anche ai bambini tutte le misure di prevenzione e igiene consigliate dalle autorità sanitarie, sia nelle zone interessate dal contagio che in quelle ancora esenti.

Gli psicologi consigliano di spiegare ai bambini (in modo adeguato al grado di comprensione e alla maturità emotiva di ciascun soggetto) ciò che sta avvenendo intorno a loro. Non ricevere spiegazioni dagli adulti in un contesto di tensione ben percepibile rischia infatti di generare un’ansia ancora maggiore rispetto a quella che può generare una consapevolezza ben gestita.  

COME RACCONTARE AI BAMBINI IL CORONAVIRUS?

Trovare le parole per raccontare il nuovo Coronavirus ai bambini si può e si deve. Nell’incredibile flusso di notizie che arrivano sull’epidemia, a cui sono inevitabilmente esposti anche ai più piccoli, c’è il rischio che siano travolti dalla paura e non riescano a indirizzare la loro attenzione sulle poche notizie importanti per loro, anche per contribuire a prevenire la diffusione del virus e il contagio.